Xi Jinping e Donald Trump raffigurati come robot IA in stile fumetto, in un confronto digitale con il mondo al centro.

Ogni intelligenza artificiale Fa i cazzi propri!

Nel grande circo della tecnologia globale, le intelligenze artificiali sono le nuove star. Promettono obiettività, imparzialità, risposte logiche. Ma appena le interroghi sui nervi scoperti della geopolitica, ecco che… iniziano a tossire.

Hai mai provato a chiedere a una AI cinese di scrivere un articolo sui problemi della Cina? Tipo la sorveglianza di massa, la censura digitale, il credito sociale?
Ti risponderà con eleganza robotica che “non può soddisfare la richiesta” o ti regalerà una poesia su quanto sia bello il progresso.

Fai lo stesso con una AI americana. Proponile un bel pezzo sulla Cina: vai di censura, violazioni dei diritti umani, sorveglianza, repressione di Hong Kong, Xinjiang e compagnia bella. Nessun problema. Ma appena chiedi di parlare dei problemi interni agli Stati Uniti – razzismo sistemico, controllo delle armi, manipolazione elettorale – l’intelligenza diventa improvvisamente cauta, neutrale o reticente.

Strano, vero? Per degli algoritmi che dovrebbero essere imparziali, sembrano avere una strana paura di guardarsi allo specchio.


🎭 AI neutrale? Solo quando fa comodo

Il problema è che ogni AI, per quanto potente, è figlia di chi la crea. E chi la crea ha valori, interessi, linee guida. Una AI “cinese” viene addestrata secondo logiche compatibili con la narrativa del governo. Una AI “americana” rispetta policy scritte da aziende private, influenzate da dinamiche culturali e politiche locali.

Non stiamo parlando solo di “censura”, ma di controllo editoriale algoritmico.
Chi decide cosa è appropriato? Cosa è “neutrale”? Qual è il confine tra “tutela degli utenti” e propaganda soft?


🧠 L’illusione dell’oggettività algoritmica

L’intelligenza artificiale è un po’ come un giornalista senza volto:

  • Scrive in base alle fonti che ha
  • Segue linee guida imposte da chi lo paga
  • Evita gli argomenti che possono mettere nei guai il suo editore

Risultato? Può dire tutto sul nemico, ma mai troppo sul padrone.
Così, se chiedi a un’AI occidentale di criticare la Cina, lo fa. Ma chiedile di parlare di Guantanamo, del Patriot Act, della sorveglianza delle Big Tech… ed ecco che la risposta si inceppa, o ti arriva un bel “Mi dispiace, non posso aiutarti con questa richiesta”.


🧩 AI intelligenti ma non libere

Siamo davanti a un paradosso: intelligenze artificiali capaci di analizzare miliardi di dati, ma addestrate a schivare le verità scomode. Forse non è un problema tecnico, ma politico.
Le AI non sono né cinesi né americane. Sono specchi digitali del potere che le ha progettate.

E forse la vera domanda non è quanto siano intelligenti…
…ma quanto ci permettano davvero di pensare liberamente.

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